20/06/2025 –, Traccia Principale
Negli ultimi anni, l'Europa si è accorta dei danni provocati dall'oligopolio tecnologico di poche grandi aziende americane o cinesi e ha cominciato a reclamare la propria sovranità digitale. Gli approcci possibili sono diversi e non sempre hanno avuto successo. Perché questo obiettivo è importante e come possiamo contribuire?
Se l'Internet delle origini era basata sugli standard aperti e sull'interoperabilità, quella di oggi è in gran parte costituita da sistemi chiusi, giardini recintati e prodotti dominanti, spesso in mano alla stessa manciata di aziende americane o al massimo cinesi. Queste aziende hanno accumulato una quantità di potere e di ricchezza mai vista prima, minacciando la sovranità stessa delle nazioni europee.
Dopo un lungo sonno, l'Unione Europea ha iniziato a intervenire con un mix di finanziamenti alla ricerca, cause legali e nuove regolamentazioni. Tuttavia, al momento il trend non è ancora stato invertito.
L'industria Internet europea si è dunque radunata attorno all'idea di un "EuroStack", un insieme di prodotti alternativi costruito non dagli Stati ma dalle aziende e dagli sviluppatori, specialmente della comunità open source. La richiesta alle istituzioni è invece quella di favorire i progetti privati orientando in modo intelligente la spesa IT degli enti pubblici verso il software libero, gli standard aperti e i prodotti europei in genere.
Il talk spiegherà brevemente la storia, i vari approcci delle istituzioni europee, la situazione attuale e le azioni in corso sotto il termine generico di "EuroStack".
Vittorio Bertola è un ingegnere, esperto di policy e attivista, attualmente Head of Policy & Innovation presso Open-Xchange, leader mondiale nelle piattaforme di software libero per la posta elettronica e il DNS, presso cui si occupa di promuovere la libertà di Internet e la privacy degli utenti tramite l'uso di open source e standard aperti. In tale veste, è stato recentemente coinvolto in diversi dossier europei (Digital Markets Act, Cyber Resilience Act). In passato ha fondato varie startup innovative, sin dall'era delle "dot com", in cui svolse il ruolo di VP Technology in Vitaminic. Ha servito le istituzioni per cinque anni come consigliere comunale di Torino. Ha inoltre ricoperto numerose cariche negli organismi di Internet governance nazionali e internazionali, tra cui membro del Board e presidente del comitato At Large di ICANN, membro del Working Group on Internet Governance delle Nazioni Unite che ha istituito l'Internet Governance Forum, membro del comitato di indirizzo del dominio .it e membro dei comitati consultivi sulla Internet governance di diversi governi italiani. È co-autore di un saggio sulla sovranità digitale uscito in italiano (2023, Bollati Boringhieri) e inglese (2025, Springer).