21/06/2025 –, Traccia Principale
In questo intervento sarà presentata l’esperienza di AIUCD, un’associazione attiva nell’ambito della didattica e della ricerca universitaria italiana, impegnata (tra le altre cose) a promuovere la didattica aperta, le pubblicazioni in open access e il sostegno al software libero. AIUCD è espressione italiana di una comunità internazionale (le cosiddette “Digital Humanities”) che sostiene questi ideali sul piano globale.
Cos’è AIUCD: AIUCD è l’Associazione per l'Informatica Umanistica e la Cultura Digitale (https://www.aiucd.it/), attiva in Italia dal 2011. In quasi-concomitanza con MERGE-it (tra l’11 e il 13 giugno 2025), AIUCD ha organizzato il proprio convegno annuale a Verona, intitolato “Diversità, Equità e Inclusione: Sfide e Opportunità per l’Informatica Umanistica nell’Era dell’Intelligenza Artificiale” (https://aiucd2025.dlls.univr.it/).
Scopi di AIUCD: Come indicato nello Statuto dell’Associazione, AIUCD “intende promuovere e diffondere la riflessione metodologica e teorica, la collaborazione scientifica e lo sviluppo di pratiche, risorse e strumenti condivisi nel campo dell’informatica umanistica e nell’uso delle applicazioni digitali in tutte le aree delle scienze umane” (https://www.aiucd.it/associazione/statuto/).
Il concetto di Open Science è centrale in AIUCD e ne ha da sempre motivato le azioni.
In termini di didattica aperta, AIUCD ha al proprio interno un “Gruppo Scuola” (https://www.aiucd.it/didattica-scuola/) che ha l’obiettivo di promuovere la cultura digitale nelle scuole e università. In termini di pubblicazioni in open access, AIUCD sostiene la rivista “Umanistica Digitale” (https://umanisticadigitale.unibo.it/), interamente in open access e riconosciuta secondo gli standard scientifici dell’accademia italiana (classificata come “Fascia A” dall’ANVUR).
Battaglie simbolo: In termini di sostegno al software libero e ai dati aperti, AIUCD negli anni ha proposto o partecipato a numerose iniziative per l’informatica libera, ad esempio la nostra “Lettera aperta sulla didattica a distanza” (2020) contro l’uso delle piattaforme didattiche e di videocall GAFAM (https://www.aiucd.it/lettera-sulla-didattica-a-distanza) in periodo pandemico, la lettera aperta “su nuovi criteri di tariffazione sulla riproduzione e il riuso di beni in consegna a istituti e a luoghi della cultura statali” (2023) di ICOM e altri sull’accesso aperto alle riproduzioni dei beni culturali (https://www.icom-italia.org/osservazioni-sul-dm-11-aprile-2023-n-161/), la “Lettera del prof. Meo sull’informatica libera per scuola e università” (2023, https://www.aiucd.it/lettera-del-prof-meo-sullinformatica-libera-per-scuola-e-universita/) e la “Declaration To Defend Research Against U.S. Government Censorship” (2025) contro la cancellazione degli archivi aperti da parte di Donald Trump (https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSenHphuS0QIp1NPpyFNMJo4dd591UEOjHHyIGzNrVco90eYwQ/viewform).
Inoltre, AIUCD rappresenta la diramazione italiana del contesto internazionale delle “Digital Humanities” (DH), che è cresciuto costantemente negli ultimi anni, con molti successi legati soprattutto al finanziamento da parte di enti pubblici (Commissione Europea e fondazioni di ricerca nazionali) di numerosi progetti interdisciplinari. La comunità DH si impegna da sempre a promuovere l’open science (un concetto non così diffuso in ambito umanistico), supportando la creazione di basi di dati, di biblioteche e archivi digitali in formati aperti (come la TEI e i LOD) e collaborando con infrastrutture di ricerca come DARIAH e CLARIN, che si prefiggono di rendere gli strumenti e i dati quanto più aperti possibile.
Sfide in corso: La maggiore sfida che AIUCD deve affrontare è il mancato pieno riconoscimento delle Digital Humanities in ambito accademico. Infatti, mentre altre Associazioni accademiche italiane si appoggiano a Settori Scientifico-Disciplinari (SSD) riconosciuti dal Ministero dell'università e della ricerca, AIUCD agisce in un “limbo” che spesso comporta uno scarso riconoscimento ufficiale, in particolare per il lavoro dei propri soci. AIUCD trae comunque forza da questo contesto, costituendosi come un hub per ricercatori provenienti da settori diversissimi (storia, filosofia, filologia, studi letterari, e molto altro), che condividono un modo di fare ricerca non ancora così diffuso nell’Accademia italiana.
Simone Rebora è professore associato in letterature comparate presso l’Università di Verona. Ha lavorato come ricercatore presso le Università di Magonza, Bielefeld, Basilea e Gottinga. Tra il 2020 e il 2022, è stato segretario della rete di formazione europea ELIT (Empirical Study of Literature Training Network). Attualmente, è membro del direttivo dell'Associazione per l'Informatica Umanistica e la Cultura Digitale (AIUCD) e parte del Constituent Organizations Board della Alliance of Digital Humanities Organizations (ADHO). I suoi principali interessi di ricerca sono gli studi sulla ricezione e i metodi computazionali per l’analisi del testo letterario.